Il primo vero abbozzo della teoria sessuale di Sigmund Freud che avrà poi un'influenza straordinaria sulla cultura in generale e sulla scienza psicologica in particolare. Nel libro Freud enuncia l'importanza della vita sessuale nella crescita dell'individuo, maschio e femmina, a partire sin dalla più tenera età. Il primo saggio è una trattazione delle perversioni sessuali, secondo l'oggetto e lo scopo, fra cui l'Autore inserisce anche l'omosessualità che egli considera sostanzialmente derivata da una bisessualità originaria, comune a tutti gli esseri umani. Rileva anche la mancanza di una netta demarcazione fra perversione e varietà normali della sessualità. Il secondo saggio parla della sessualità infantile, descrivendone le varie fasi: fase orale, fase anale e fase genitale. Freud definì ogni bambino (o bambina) che attraversi tutte queste fasi un 'perverso polimorfo', nel senso che in lui sono presenti tutte le forme di perversione che, in condizioni particolari, possono poi ripresentarsi in età adulta. Il terzo saggio tratta dello spostamento delle pulsioni 'parziali', cioè limitate a determinate zone erogene del corpo, verso un oggetto sessuale completo (cioè un partner), consentendo così il passaggio dal piacere individuale (autoerotismo) al piacere al servizio della procreazione. Segue la differenziazione psicosessuale fra uomini e donne. Affronta poi il legame fra i primi rapporti con la figura materna e la scelta amorosa, introducendo la tematica del complesso edipico. La lettura chiara e scorrevole è di Eugenio Farn.
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